Susan Carroll La moglie ideale (St. Leger #1)

 

Nella rocciosa Cornovaglia sorge un castello di cui si raccontano storie che mettono i brividi. Tra quelle mura vive Anatole St Leger, artefice dei brividi. Il quale però è ormai deciso a sposarsi. Così manda a Londra il cugino Septimus a scegliergli la sposa adatta. La prescelta? Madeline Breton, una fanciulla intelligente e leale. Ma Anatole non ha idea di come comportarsi per conquistarla. E Madeline, dietro la maschera del castellano ed eremita, saprà vedere l’uomo del proprio cuore?

Mi vien da dirmi “così imparo a scegliere libri co ste copertine!” E mi faccio un torto perchè tutto sommato non è stato malaccio.

Le aspre meraviglie della Cornovaglia, il signore del castello tormentato dai suoi “talenti speciali”  e dalla solitudine e da un passato dove persino i suoi genitori l’hanno rifiutato crudelmente, e persino dal fantasma briccone capostipite dalla famiglia St.Leger Pospero, il cugino affascinante e fottutamente invidioso, una sposa dal carattere ragionevole ma con il desiderio di sogni romantici che pare una bambolina di porcellana ma non lo è, il Trovatore di Spose, una nefasta profezia….

Fra le tante leggende sui St.Leger  una che narra della grande e focosa passione che gli sposi trasmettono alle loro spose predestinate, ma ahimè Anotole sbaglia i primi due colpi e quando al terzo finalmente realizza il suo eureka, realizza di amare Madeline e come amarla succede che la maschera che ha cercato di tenere su, per non essere rifiutato ancora, crolla. Per tre quarti di libro è stato bravo a tenere i suoi paranormali segreti e quando il muro crolla giustamente non poteva non essere un momento altamente drammatico dove quasi ammazza la poveretta Madeline, che giustamente scappa via come avesse il diavolo alle calcagna, per poi realizzare che lo ama, che lo accetta ma … “non posso tornare da lui o la profezia si realizzerà e non voglio…”

Secondo il gioco di @anncleire pleaseanotherbook.tumblr.com  il particolare da non dimenticare: una spada

A tratti buffo, a tratti fa tenerezza ….No, alla fine non mi è dispiaciuto 🙂

 

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