Recensione anteprima M.J. O’Shea Sulla buona strada

37560686Quando l’uomo con cui sta da dieci anni lo lascia la sera del suo trentesimo compleanno e annuncia dieci ore dopo il suo fidanzamento con un ventiduenne, Angus è affranto, per non dire peggio. Trascorre intere giornate a letto, si ubriaca tutte le notti e finisce col perdere sia il lavoro che l’appartamento in cui abita. Il suo migliore e più vecchio amico, Reece, decide quindi che è ora di intervenire e di cambiare aria.
Reece e Angus partono insieme per un viaggio attraverso gli Stati Uniti. Non hanno un itinerario prestabilito; partono e basta. Ad Angus ci vogliono un paio di giorni per rispondere al suo amico con qualcosa di più che grugniti, ma alla fine si apre. I due guidano, parlano, si leccano le ferite, piangono, a volte bevono un po’ troppo, ballano, fanno nuove amicizie… e da qualche parte tra la Portland dell’Oregon e la Portland del Maine s’innamorano.
Ed è l’ultima cosa al mondo che Angus si aspettava.

È una storia di migliori amici: Angus e Reece lo sono da una vita.
Angus è gay e sta con un uomo da 10 anni, il suo fidanzato – tale Brad – è un testa di banana marcia, sin dalle prime righe si capisce che questo rapporto è spento e vuoto. Infatti il suddetto testa di banana marcia decide di lasciare Angus il giorno del suo trentesimo compleanno per poi fidanzarsi l’indomani con un altro più giovane … Io appena l’ho letto ho sperato in un ritorno di karma molto molto malvagio!

Naturale che in risposta Angus mi cade in depressione, quando arriva a toccare il fondo con la punta dei piedi (beve troppo, perde il lavoro, non paga affitto e bollette …) ecco che arriva Reece e lo trascina in questo on the road improvvisato. E un poco alla volta Angus si sveglierà dal torpore autoindotto dall’alcol, di tappa in tappa (Las Vegas, Santa Fe, Il Coachella, New Orleans la mia preferita…) tra i due nascerà timido un amore che aspettava solo il momento giusto per sbocciare, e che smonterà le certezze di Angus:

“E poi dici di essere etero,” scherzò Angus.
“Sei tu che lo dici.” Quindi Reece indicò il bagno. “Adesso vai a lavarti.” Angus si mise a cercare dei vestiti puliti nella borsa, ma più che altro tentava di riprendere fiato. Erano anni che Reece gli diceva cose del genere, ma stavolta gli era sembrato serio. Ed era serio tutte le volte che avevano scherzato sul fare pompini e pomiciare coi ragazzi?
“Reece?” Non era un tipico argomento di conversazione tra amici, ma doveva sapere. “Sì?”
“Sei…” Ad Angus sembrava di avere la gola sigillata. “Sei mai stato con un uomo?”
“No.” Proprio come pensava. “Allora perché dici cose del genere?”
“Sei mai stato a Parigi?” gli chiese l’amico. “Sto parlando sul serio.”
“Anch’io,” ribatté Reece guardandolo. “Ci sei mai stato? A Parigi?”
“Lo sai che non ci sono mai stato.”
“Ma sei sicuro che, se dovessi andarci, ti piacerà” continuò Reece piegando la testa da un lato, come se aspettasse che finalmente il tardo Angus ci arrivasse.
Oh. Merda. Reece gli stava davvero dicendo quello che lui pensava gli stesse dicendo? “Quindi… non sei mai stato con un uomo, ma sei certo che non ti dispiacerebbe.”
“Ѐ più o meno così.” Si strinse nelle spalle. 

E una cosa che mi sono dimenticata a sottolineare è che il loro rapporto è stato sempre fisicamente affettuoso, il che mi fa anche partorire il pensiero che Angus è pure caruccio però il prosciutto sugli occhi è il suo stile di vita, d’altra parte le famiglie dei due picciotti hanno sempre caldeggiato/sognato/sperato in questa unione 😉 

Il particolare da non dimenticare (secondo il gioco ideato da @anncleire) assenzio.

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