Mary Calmes Tempo al tempo (Timing #1)

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Stefan Joss non può farcela. Non solo deve recarsi in Texas nel bel mezzo dell’estate per fare da ‘damigello’ alle nozze della sua migliore amica Charlotte Holloway, ma è anche costretto a negoziare un affare da milioni di dollari. Come se non bastasse, si sente scombussolato dalla presenza dell’unico uomo che Charlotte aveva promesso di non invitare: suo fratello Rand Holloway.
Stefan e Rand sono nemici giurati dal primo giorno in cui si sono incontrati, così Stefan è scioccato quando una tregua momentanea trasforma la loro solita ostilità in una complicità improvvisa. Benché diffidente riguardo ai suoi sentimenti, Stefan rimane influenzato dalle rivelazioni sincere di Rand e decide di dargli una possibilità.
Ma la loro storia d’amore appena sbocciata viene messa a repentaglio quando l’affare di Stefan va storto: la proprietaria dell’ultimo ranch che ha bisogno di assicurare alla sua compagnia viene uccisa. Per Stefan sarà una sorpresa scoprirlo e rendersi conto che anche la sua vita è in pericolo.

Mi è piaciuto? Mi è piaciuto! E’ il primo che leggo della Calmes, il suo stile semplice e diretto mi ha acchiappato!

La storia è raccontata da Stefan in prima persona, e questo – dal mio punto di vista – ha dato al libro sia l’aspetto di un diario, sia quello di un film commedia con un pizzico di azione sul finale e qualche piacevole spruzzata di erotismo. Sia – a fine libro – l’idea di aver passato la serata seduta sul divano con una birra fredda ad ascoltare un amico. Bella anche perchè ha il sapore deciso delle seconde occasioni.
All’inizio il bellissimo, fichissimo e meraviglioso Stefan mi stava leggermente antipatico. Insomma piace a tutti, è troppo bello, è troppo buono, un eroe che salva sempre capra e cavoli, capace di mettere d’accordo persino il diavolo e l’acqua santa…. A me sta antipatica tutta questa “perfezione”. Ma mentre la storia si snoda scopriamo che Stefan è anche

“Freddo come il ghiaccio e testardo,” portò una mano sul mio mento per avvicinare i miei occhi ai suoi. “Sei l’uomo più testardo che abbia mai conosciuto.”

E’ permaloso. Ed è anche che:

Ero abbastanza sveglio da lasciare le persone prima che loro lasciassero me. Faceva male, ma lo facevo comunque.

Questo me l’ha automaticamente reso più simpatico! Più “umano”.

E poi c’è Rand, il fratello etero della sua migliore amica. Un cowboy fin dentro il midollo, dai modi spicci, un pizzico stronzo, che già dalla primissima interazione, si incontrano che Stefan aveva 18 anni e gli ormoni stracotti a prima vista di questo adone di 21 anni, con Stefan se ne esce con una battuta cazzona, che inevitabilmente definirà i loro rapporti futuri. Infatti negli anni saranno solo scontri e litigate per questo o quello, e giustamente sarà sempre Rand a fare la figuraccia dell’attaccabrighe rompiscatole. Oh a me Rand è piaciuto da subito, fin da quando Stefan ha cominciato a raccontare di lui. E infatti ho avuto ragione su di lui.

Rand è si un uomo rude e deciso, ed anche stronzo….Ma ha sentimenti, è coraggioso nell’affrontarli (certo si prende il suo tempo per farlo, ma chi non lo fa?),

Lo fissai. “Io me ne tornerò a casa, cowboy, ma tu sei quello che rimarrà qui e ci dovrà convivere, se qualcuno ci vede. Sei pronto a questo?”
“Io sono pronto; sei tu a fartela sotto.”

 è in un certo qual modo fragile ed insicuro e tenero.

“E so che adesso pensi che io sia una schiappa, ma aspetta e vedrai,” disse, mentre si chinava per baciarmi di nuovo – questa volta con tenerezza – e a lungo. Quando si tirò indietro, sorrideva. “Ora dimmi cosa fare.”

Tra festeggiamenti matrimoniali, approcci più o meno buzzurri, tensioni sessuali che finalmente prendono vita, un misterioso caso di omicidio collegato a Stefan e un finale dove tutto mi aspettavo tranne che il cattivo che si è rivelato cattivo era proprio lui …Fra i momenti di Stefan che maggiormente ho apprezzato:

Prima d’allora non mi ero mai preso cura di nessuno. Non mi ero mai soffermato neanche sui gesti più semplici, su quelle piccole cose che tutti fanno e danno per scontate. Gi uomini che avevo frequentato si erano sempre lamentati perché mi preparavo da mangiare senza mai offrire. Mi ritenevano freddo e indifferente perché non facevo mai la spesa, non cucinavo o pulivo. Ero completamente l’opposto del tipo casalingo: di solito mangiavo in piedi a meno che non fossi a cena fuori e non avevo mai mosso un solo dito nella casa degli uomini che frequentavo. Non lo aveva mai fatto per nessuno. Tre giorni al centro dell’attenzione di Rand Holloway mi avevano però ammorbidito. Merda.

“Stef…”
“Tornerò, perché tu sarai la mia casa.”
“Stef…”
“Vuoi essere la mia casa?”
“È tutto quello che voglio.”

 

Secondo il gioco di @anncleire pleaseanotherbook.tumblr.com il particolare da non dimenticare è:

 “Litigare con te era tutto quello che avevo, sai?”

Una risposta a “Mary Calmes Tempo al tempo (Timing #1)”

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