Renae Kaye Una luce accecante (The Tav #1)

29905414 Jake Manning non è mai stato bravo a tenere a freno la lingua. A causa di questa pessima abitudine – e di una buona dose di sfortuna – non riesce mai a tenersi un lavoro. Ora ha un grosso debito da saldare e una madre alcolizzata e tre sorelle di cui prendersi cura. Quando gli viene offerto un posto da domestico, Jake è così disperato che accetta senza pensarci due volte. Ma gli basta un giorno per capire che il suo nuovo datore di lavoro, Patrick Stanford, è un uomo viziato, arrogante, maleducato e… cieco.
Nato senza l’uso della vista, Patrick è abituato a essere sempre accontentato, ma trova un degno avversario in Jake, che non accetta le sue intemperanze e minaccia di scambiare le etichette in braille sui barattoli della dispensa e di fuggire col suo cane guida, se non si darà una regolata.
Lentamente, Jake comincia ad affezionarsi a Patrick, e le cose a casa sembrano andare per il meglio. Ma quando finalmente decide di pensare alla propria vita e di dedicarsi alla sua nascente storia d’amore, i doveri di famiglia si fanno di nuovo pressanti, mettendolo nella posizione di dover scegliere… o di permettere a Patrick di aiutarlo.

Tanto amore e molta pucciosità, soprattutto nella prima parte.

Jake è l’uomo sul quale si può sempre ed assolutamente contare/generoso nel dare e nel darsi/responsabile/il cavaliere senza macchia…. Jake si prende cura e fa di tutto per proteggere chi ama.
Principalmente si mette sempre in secondo e terzo piano. Infatti non ha una vita privata, non ne ha il tempo e nemmeno le energie. Tutto impegnato a lavorare per ripagare i debiti della madre, e per aiutare le sorelle.

Meno male che nella sua vita “inciampa” Patrick.
Mi aspettavo un Patrick più … più pessimo, e chiedo scusa per aver ucciso l’italiano!
Invece sin dall’inizio, quando ancora Patrick è solo una presenza astratta, mi è piaciuto subito questo suo caratteraccio da “educare”, mi sono lasciata intrattenere con immenso piacere nelle loro interazioni scritte e poi,una volta conosciuti, da quelle verbali.

Sia Jake che Patrick sono stati in tutto il corso della storia una piacevole, anche piccante, compagnia. In un certo senso sono l’ancora l’uno dell’altro.

Jake tira fuori Patrick dal suo isolamento alla “vieni a berti una birra al pub?” “sono cieco….” , Patrick riesce a vedere quanto Jake sia una persona straordinaria e lo ama/lo aiuta. Imparano a camminare insieme, Jake riesce a prendersi qualcosa di tutto suo e può cominciare a pensare a se stesso.

Ed è per questo che “la svolta” finale, come dice la mia Gigia sarebbe stata meglio più avanti. Sono d’accordo con lei e contemporaneamente invece per me è andata bene comunque. Dato il percorso dall’inizio alla fine ci stava tutto!

Secondo il gioco ideato da @anncleire http://pleaseanotherbook.tumblr.com/ il particolare da non dimenticare è i biglietti in lavanderia 🙂

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