Kathryn Hughes La chiave dei ricordi

44007884Il segreto di una donna segnerà il destino di un’altra

Da dove si ricomincia, quando si ha perso tutto? Sarah non ha ancora una risposta. A trentotto anni, dopo un divorzio difficile, è tornata a casa dei genitori, convinta di non avere più un futuro. Per distrarsi dai suoi problemi, decide di scrivere un libro su Ambergate, l’ospedale psichiatrico in cui aveva lavorato il padre, ormai chiuso da anni e che verrà presto demolito. Girovagando tra i corridoi di quell’enorme edificio in rovina, Sarah s’imbatte in una vecchia, polverosa valigia, abbandonata lì chissà quando da una paziente. Dentro c’è un biglietto su cui sono scritte poche righe che, sorprendentemente, la riguardano molto da vicino…
Rintracciare quella paziente diventa allora una missione. Spinta da una forza che credeva di aver perduto, Sarah insegue i labili indizi lasciati da quella donna, ricostruendo la storia di un dolore così grande da essere scambiato per follia, di un amore capace di rischiarare anche le tenebre più buie, di un segreto rimasto sepolto troppo a lungo. Un segreto che potrebbe cambiare anche la vita di Sarah.

Un viaggio che comincia nel presente (settembre 2006) con Sarah che per evitare di pensare alle tragedie della sua vita decide di scrivere un libro sul vecchio manicomio in cui per un periodo ha lavorato il suo papà.
E quindi passa la maggior parte in questo edificio ormai da demolire facendo ricerche, ad aiutarla un giovanissimo senzatetto.Esplorando trovano delle valigie, e dentro queste vite passate/vissute male/abbandonate …

Passato (1956 )Penso che a riassumere tutto basti questa affermazione di una delle pazienti:

“… Poveracci costretti a considerare Ambergate casa loro, incarcerati contro la loro volontà perché non si conformavano alle aspettative della società”

Ambergate era un manicomio, all’interno vi erano anime disgraziate che erano accudite da altre anime che ad un certo punto il cinismo aveva “disumanizzato”.
Storie di donne il cui unico male era il cuore spezzato dal dolore e che invece venivano buttate via, che subivano elettroshock, o la terapia dell’avversione, o quella dell’insulina …
(E qui mi torna in mente quando Amy chiede al suo psichiatra “sa qual’è la differenza tra uno psichiatra e Dio? Dio non si crede psichiatra!”)
Questo è stato il concetto che maggiormente mi ha accompagnato durante la lettura, perchè una parte di me lo rifiutava dicendosi “davvero possono essere accadute cose come questa? Davvero magari accadono ancora oggi?” e la parte più razionale di me che rispondeva “si e magari accade ancora peggio….”
Ed, Amy, Gertie, Belinda … mi resteranno dentro il cuore (e la testa) per moltissimo tempo!

Un viaggio di dolore e ingiustizie nel passato che trova un riscatto e una speranza nel presente!

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