J. W. Kilhey Nascosti dal mondo

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Franklin D. Roosevelt ha detto: “Nessun uomo e nessuna forza possono abolire la memoria.”

John Oakes e Kurt Fournier sono la prova vivente della verità dietro quelle parole. Sin dai tempi degli orrori della Seconda Guerra Mondiale, John e Kurt hanno arrancato per portare avanti le loro esistenze, sanguinando da ferite che non sono mai guarite. Ora si ritrovano nel 1950: la guerra può essere finita, ma la battaglia per trovare la pace è appena iniziata.
John, dottorando alla UC Berkeley e veterano, fluttua attraverso la vita del dopoguerra fino a quando coglie il misterioso Kurt a suonare di nascosto un pianoforte all’università. John pensa di poter trovare un po’ di conforto in compagnia di Kurt ma non sa come creare una connessione con quell’uomo che vive una vita di prudente solitudine. Senso di colpa e rammarico minacciano di invalidare le loro speranze di avere una vita normale. Nessun uomo è un’isola, quindi John e Kurt devono mettere a rischio il loro cuore per trovare la felicità. Sfortunatamente, i ricordi e le paure possono paralizzare anche la persona più forte.

Io sul serio non ho parole e sono in difficoltà nello scrivere a fine lettura un pensiero su questo libro. Mi è stato detto di lasciare passare un giorno e lasciar sedimentare tutto … Ma semplicemente non posso!

Toccante e delicato e Doloroso!
Questa storia mette l’accento su fatti che realmente son successi/su anime che realmente hanno visto l’inferno che è capace di procurare l’uomo ai suoi simili, uomini che hanno dovuto subire anche l’onta di essere dimenticati!
L’omosessualità ai termpi del terzo reich, uomini mandati al campo di concentramento solo perchè omosessuali, i triangoli rosa.

(1942)
La prima cosa che mi prende di questa storia è la FORZA di Kurt. Kurt è sempre stato emarginato, troppo timido, cresciuto dalla sorella della madre – perchè i genitori non potevano più tenerloa causa della povertà – umiliato e maltrattato dallo zio. Kurt è un musicista di infinito talento, riservato, dolce, serio…. Kurt s’innamora del violinista Peter e con questo amore sboccia, e per questo amore lotterà nell’inferno con tutte le sue forze. Kurt che istintivamente ti viene voglia di proteggerlo dal mondo con un abbraccio senza fine, e invece lui si sa proteggere/e protegge quelli che ama da solo. 

(1951)
John non mi ha preso allo stesso modo, ma le sue cicatrici di guerra sono dolorose alla stessa maniera seppur in modo differente. Sono le cicatrici della mente e della mancanza di perdono verso se stesso.

Kurt e John si incontrano per caso e fra molte difficoltà si curano l’un l’altra.

Se davvero c’è un particolare da non dimenticare, secondo il gioco di @anncleire http://pleaseanotherbook.tumblr.com/, scelgo Kurt nel campo di concentramento. Scelgo il professor Jules. scelgo John con i suoi incubi e il suo dolore emotivo. Scelgo Charles quando afferma

«…. non ci fa del bene vivere come se non avessimo diritto a un’esistenza felice. Non è una maledizione essere omosessuali.»

Scelgo tutti gli omosessuali che non vengono celebrati e ricordati nel giorno della memoria (senza nulla togliere agli ebrei)

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