I still haven’t read #24

Ciao bimbi e ciao bimbe, una buona serata a tutti 🙂

Siamo ormai in pieno trip natalizio, liste che vanno spuntate, tu fai questo io mi occupo di quello, quanti siamo 9/10? Mancano le sedie, a quello ci pensi tu, io faccio quell’altro , ecc ecc. Indi mi ritaglio un momento fra uno sclero e l’altro per aggiornare il “ non l’ho letto ancora”

* Ricordo a tutti che io questa rubrica l’ho scoperta grazie ad @anncleire , e che trovate QUI tutti quelli suoi *

Ho finito qualche giorno fa “le scommesse sono chiuse” (QUI) ed ho iniziato “Il fantasma dai calzini gialli” di Josh Lanyon, ed ovviamente vien da se che per un libro che cominci altri restano in attesa che arrivi il loro turno. Il libro di cui voglio raccontarvi a questo giro è uno di quelli che ho annotato – ad ottobre – prima ancora di leggerne la trama, perché mi sono innamorata del titolo, sto parlando de : I giorni del miele e dello zenzero di Annia Cezadlo *vero che è un titolo affascinoso? Misterioso? Dolce (naturalmente)? Avvolgente? …Lo leggo e rileggo ad alta voce per gustarmelo proprio … Ma io sono una psicopatica e questo ci si sa (cit) *

Ma bando allo sproloquio e passiamo a copertina e trama …

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Negli anni di vagabondaggio da un capo all’altro dell’America, che fossero sul divano di un’amica o in qualche monolocale malridotto, sua madre faceva sempre in modo che ci si ritrovasse a tavola per cena. Quello è il segreto che Annia ha imparato fin da ragazzina: casa non è dove stai, sono le cose che fai. E una pentola sul fuoco e un aroma di prezzemolo, menta e spezie che si diffonde nell’aria è una di quelle. L’amore per i profumi e i sapori, quelli più comuni e quelli più insoliti, accompagna la vita di Annia fin dall’infanzia nella grande casa dei nonni di origine greca, dove le foglie di vite ripiene sono un piatto immancabile. Saranno quelle stesse foglie di vite a far scattare la scintilla tra lei e un ragazzo libanese, il giorno del loro primo appuntamento. E quando Annia diventa giornalista come suo marito e si trasferisce con lui in Medio Oriente negli anni caldi che seguono l’11 settembre, è la cucina che la protegge dalla nostalgia, dal senso di non appartenenza, che costruisce per lei un nuovo rifugio. Ovunque ci sia un conflitto ce n’è un altro che si svolge nell’ombra, e che non si vede in Tv. Per cui la vita diventa un’infinita sequenza di cose che non si possono più fare. Dai circoli letterari proibiti di Baghdad alle cucine di Beirut dove si preparano le ricette più antiche del mondo, Annia ci conduce in un viaggio sensoriale ed emotivo, fino nel cuore di un mondo millenario. Una ricetta per restare umani.

Vero che sembra promettente? Mi aspetto molto da questo libro!

Bene adesso mi ritiro nelle mie reali stanze a proseguire il libro sul comodino, si si “il fantasma con i calzini gialli”, no no Shift (oh me fetente e tapina!)
Per il momento questo è tutto. Ancora buona serata a voi  che passate da queste parti e …

Ci si legge :*

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